etnico
Giuseppe Arditi – Ha suscitato molto scalpore, qualche settimana fa, la notizia che i Nas avessero riscontrato numerose irregolarità in occasione dei controlli effettuati in circa 500 locali etnici in tutta Italia.
-128 sono state le tonnellate di alimenti sequestrate.
-Per quanto riguarda gli “all you can eat”, il 48% di questi ha mostrato irregolarità.
-Le ispezioni hanno fatto riscontrare cibi scaduti, etichette non comprensibili, importazioni vietate.
Un coro generale di disapprovazione si è elevato contro queste tipologie di locali.
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Marco Picotti, restaurant coach03 – Negli anni Settanta, il ristorante è il luogo dove trascorrere una piacevole serata in compagnia, privilegiando il rapporto affettivo che lega i commensali; il cibo passa in secondo piano, è un mezzo, più che uno scopo. È il periodo in cui ci si affeziona a un locale con il quale si crea una relazione speciale di fiducia e complicità, che porta a una frequentazione assidua.
Nascono poi le catene di fast-food,
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Giuseppe Arditi – Come gli operatori dell’Horeca devono considerare il cibo di strada, ulteriore elemento di competizione o opportunità da sfruttare? I numeri, innanzitutto: il cibo di strada piace agli italiani, interessati (sei su dieci) a consumare cibi della tradizione del Belpaese e, anche se in forma minore (uno su dieci) cibi etnici (fonte Coldiretti, Cibo di strada tra rischi ed opportunità). Il trend è avviato e non si può non considerare, tenendo anche presente che proprio la Lombardia è la regione più effervescente,
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A cosa pensano, gli italiani, durante le prime ore del giorno? Al food, nelle sue varie declinazioni. Yelp, il sito che aiuta le persone a trovare le migliori attività locali, ha analizzato il comportamento dei suoi utenti tra le ore 7 e le 14, in Italia e in altri cinque Paesi europei (Regno Unito, Irlanda, Germania, Spagna e Francia). Ebbene, pare che gli italiani, in quella fascia oraria, siano interessati a come si nutriranno nella giornata,
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