#FameZero, anche con il nostro contributo
15 Ottobre 2018
Giuseppe Arditi – Domani, 16 ottobre, si celebra, in tutto il mondo, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione indetta dalla Fao.
Il tema tocca tutti, dai governanti degli Stati più importanti del pianeta, alle multinazionali, agli operatori dei diversi settori – Horeca compreso – alle famiglie, ai bambini dell’asilo (quelli che, se educati in tal senso, possono diventare adulti responsabili e virtuosi).
Come precisa la Fao: “Nel mondo 815 milioni di persone vanno a letto affamate, mentre circa 1,9 miliardi di persone sono in sovrappeso. Il mondo ha lanciato la sfida per raggiungere la Fame Zero e una migliore alimentazione entro il 2030. Gli Stati non possono però farcela da soli: ognuno ha il proprio compito”.
Alimentarsi tutti, alimentarsi meglio: se l’unione fa la forza, qualche obiettivo concreto si può raggiungere.
Il cambiamento, per quanto riguarda i Paesi ricchi come l’Italia, deve essere di tipo culturale. Non si tratta solo di mangiare meglio, ma di non sprecare il cibo prezioso che si ha nel piatto.
Come suggerisce la Fao, e l’indicazione è valida per tutte le famiglie: “Se hai degli avanzi, congelali per consumarli in un secondo momento, oppure usali come ingrediente per un altro pasto. Quando mangi al ristorante, chiedi una mezza porzione se non hai molta fame, oppure porta a casa gli avanzi”.
Lato Horeca, il discorso è ugualmente semplice, ossia lo spreco si può arginare, come spesso spiega Chef Ruggero della Cucina Dinamica di Ristopiù: “Proponendo per esempio le monoporzioni. Oppure, nelle preparazioni, la verdura già precedentemente pulita dagli operatori dell’industria, in modo da evitare che negli scarti finiscano, per colpa della velocità, anche parti buone del prodotto. Ugualmente, non sprecare significa, in senso lato, mantenere in buona salute tutti i macchinari presenti nei bar o nei ristoranti, dall’affettatrice, al congelatore, alla macchina del caffè. Non sprecare significa, infine, controllare sempre il magazzino, in modo che i prodotti più vecchi siano ben in evidenza a scaffale e non rischino di dover essere eliminati in quanto ormai scaduti”.
Ristopiù, seguendo il Codice Etico che ha sottoscritto con gli stakeholder, cerca di sensibilizzare partner e fornitori a tenere sempre comportamenti nel segno del rispetto delle persone, dell’ambiente, delle comunità. Come però precisa la Fao, battaglie di questo genere, che devono smantellare numeri che fanno paura, si possono vincere unicamente con il supporto di tutti.
Partiamo noi imprenditori, dando l’esempio.
http://www.fao.org/world-food-day/zero-hunger-actions/it/