Distributori automatici, il nemico si avvicina
9 Ottobre 2019
Elena Giordano – C’è un settore, molto affine a quello in cui operano bar e locali in generale, che sta crescendo in maniera importante.
Ogni volta che un settore cresce… lo fa a scapito di qualcuno.
Ovvero… qualcuno inizia a vedere erosa la sua quota di mercato.
Importante è che questo non accada ai bar.
Perché questo non accada, bisogna guardare l’ipotetico nemico negli occhi.
Siamo pronti per farlo, con gli ultimi dati di Confida, l’associazione italiana della distribuzione automatica. Eccoli:
-in Italia il settore della distribuzione automatica conta 6 mila attività del settore in Italia, tra sedi (3.620) e unità locali (2.676), e crescono del 4,1%
-il fatturato del settore è aumentato nell’ultimo anno (+ 4,7%) e ha sfiorato i 4 miliardi di euro
-le vending machine installate nel nostro Paese hanno superate le 822 mila unità (822.175, + 1,4%)
-le consumazioni si sono attestate a 12 miliardi
Come si combatte un fenomeno così capillare?
Come si vince la guerra delle vendite contro un player
-Sempre aperto
-Con prezzi stracciati?
Lavorando proprio sul secondo elemento, la variabile prezzo.
Al contrario.
Ovvero: le vending machine soddisfano un bisogno immediato (ho sete, ho fame… ma non mi interessa più di tanto la comodità). I bar, invece, soddisfano quell’immenso mondo di bisogni che possono essere differiti anche solo di cinque minuti, e che aggiungono qualità, servizio, cortesia, varietà.
La guerra del prezzo è già persa in partenza: il prezzo, per un bar, diventa elemento distintivo, ovvero pago di più per poter consumare un caffè davvero buono abbinato a una brioche di pasticceria.
Sino a che questa distinzione rimarrà ben marcata nella mente del cliente, questi due mercati non si daranno fastidio.
In caso contrario, a perdere saranno i bar.