
Mai pensato di “fare rete”?
17 Luglio 2018
Donatella Rampado – L’associazionismo è un alleato prezioso per far crescere l’occupazione giovanile e femminile anche nel settore Horeca, ma non solo.
Ecco per quali motivi:
- Per fare un gruppo di acquisto e abbassare così i costi delle materie prime o dei servizi.
- Per difendere il Made in Italy all’estero.
- Per fare networking, ovvero per costruire contatti di valore con altre persone.
- Per farsi conoscere meglio nel proprio settore o verso potenziali prospect(potenziali clienti).
Non ultimo, associarsi consente sostanzialmente che:
- I sussidi e gli interventi pubblici passino attraverso le associazioni.
- Strategie coordinate siano rese più forti e più visibili.
- Le strategie commerciali diventino più impattanti.
Per creare un’associazione bisogna:
- Avere una meta ben precisa e facilmente condivisibile.
- Stabilire un piano di lavoro formato da tanti sotto-obiettivi raggiungibili.
- Selezionare persone costruttive e possibilmente con ottimi networking, contatti personali utili e che possano sposare l’idea. Soprattutto, che siano disposte ad attivarsi anche personalmente per promuovere l’intero progetto.
- Comunicare costantemente verso l’esterno i progetti.
- Creare un ottimo rapporto con i media e i social network.
Sembrerebbe a questo punto tutto molto semplice, ma purtroppo non è così. Ecco alcuni pro e contro dell’associarsi (Rampado 2012 Ristoranti Imprese del Gusto ed. Sole 24 Ore)
PRO | CONTRO |
Abbassamento costi di acquisto, di materie prime, strumenti e servizi. | I fornitori, per poter concedere sconti, richiedono un certo tipo di pagamento e delle quantità garantite. |
Il marchio associativo può rafforzare l’immagine trasmessa. | Se anche un solo associato non si attiene al codice etico concordato, l’associazione intera ne subisce un danno in termini di immagini e non solo. |
Distinguersi dalla concorrenza proponendo un’alternativa di offerta (prodotti o servizi) innovativa e forme promozionali non puramente commerciali. | Investire costantemente tempo nello sviluppo dell’associazione. |
Essere più attenti alle nuove esigenze di un gran numero di consumatori. | Un’associazione, perché sia considerata opinion leader, deve avere molti iscritti. |
Migliorare l’utile e la marginalità. | Costi dovuti all’essere iscritti all’associazione e costi derivanti dall’operatività in seno all’associazione stessa. |
Possibilità maggiori di raggiungere e poter influenzare il mercato e le istituzioni. | Verificare il controllo e il rispetto delle norme concordate. |
Creare un network costruttivo. | Assistere allo sviluppo di interessi molto personali e poco associativi. |
Aumentare il fatturato grazie ai suggerimenti e al know-how(competenza, conoscenza) ricevuti all’interno del gruppo di lavoro e network | Districarsi fra possibili cordate negative e pettegolezzi che minano il gruppo stesso. |
A volte, le associazioni partono con fini ideali e costruttivi, per poi cadere miseramente nel singolo interesse personale. Il collo di bottiglia delle associazioni è rappresentato quindi dalle associazioni stesse,o meglio, dalle persone che vi aderiscono; per questo è necessario un codice etico al quale attenersi scrupolosamente. Nonostante questi evidenti rischi, consiglio e scelgo di associarmi, perché si ha la possibilità di incontrare persone evolute che riconoscono che un gruppo coeso, con una meta condivisa e con delle azioni consapevoli ben definite e attivate, porta l’associazione molto lontano e più velocemente di quanto potrebbe fare il singolo.
http://www.donatellarampado.com/