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RistopiùNews - Notizie dal mondo della ristorazione a cura di Ristopiù Lombardia SpA

Notizie dal mondo della ristorazione a cura di Ristopiù Lombardia SpA

Locali per pensare: che ne pensi?


Giuseppe Arditi – Carissimo lettore di RistopiùNews, oggi ti provoco con un quesito che mi ha fatto molto riflettere. Esistono ancora bar, caffè e ristoranti dove stare tranquilli con i propri pensieri o semplicemente per parlare con qualcuno, senza essere disturbati da televisori accesi a tutto volume? Esistono locali pubblici di scrittura, di poesia, di parola?”.

La prima risposta che sale alla mente è: no.

La seconda, più ragionata, è: devono esistere!

La terza: se esistono, è bene valorizzarli.

L’idea dei “Locali per pensare” è tanto antica quanto iper-moderna. Ciascuno pensi all’evoluzione del proprio bar: il tratto che accomuna tutti gli esercizi è l’iper-velocità. Dell’offerta e del servizio: se il cliente ha fretta, non puoi farlo aspettare.

Capita, però, in questo tempo velocissimo, che qualcuno si fermi e inizi a leggere qualche pagina di un libro. O che due avventori si fermino un po’ di più del tempo canonico per scambiare due parole, personali o di lavoro. A quel punto siamo noi, disabituati al “tempo lento”, ad andare in tilt. Il tavolo ci serve per nuovi clienti, non sappiamo come gestire chi arriva e chi va. Aiuto!

Quale trend la spunterà?

Il locale mordi e fuggi o quello più meditativo?

La risposta non è difficile. Basta osservare. Non solo i big player (che ti danno pure la connessione e ti consentono di lavorare,.. per ore…), ma anche le piccole realtà. Nell’economia degli spazi di un locale, ecco nascere piccole aree “slow”, per chi vuole fermarsi e scambiare due parole.

Non è una questione di tecnologia, ma di relazione tra le persone.

Da qui è nato il progetto dei “Locali per pensare”, una pagina Facebook, con tanto di decalogo, sulla quale è possibile citare gli esercizi che rispondono ai criteri di cui sopra.

Attenzione: nessuno chiede al bar di fronte alla fermata della metro di Milano di smettere di sformare 1.000 caffè all’ora. Ma chi vieta, a quello stesso locale, nelle ore morte, per esempio a metà pomeriggio, di trasformarsi in qualcosa di più tranquillo e rilassante… diventando così più accogliente?

Caro lettore e caro cliente, l’aria sta cambiando… e non solo perché, complice il sole, si sente profumo di primavera… sei pronto ad accogliere queste novità?

 

 

 

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