Come si risparmia in Brianza?
10 Febbraio 2021
Francesco Megna – Nel corso del 2020 la ricchezza delle famiglie italiane è rimasta sostanzialmente stabile rispetto alla fine dell’anno scorso, mentre secondo stime preliminari è lievemente calata in Brianza. Le famiglie brianzole continuano poi a caratterizzarsi per un più basso livello di indebitamento nel confronto, mentre il tasso di risparmio è aumentato nel 2020 di circa 6 punti percentuali secondo una dinamica, analoga a quella osservata a livello nazionale, verosimilmente legata al movente precauzionale. I dati confermano poi una tendenza consolidatasi nel corso dell’ultimo decennio che ha visto diminuire il peso di azioni e obbligazioni e aumentare la percentuale di liquidità e di prodotti assicurativi e previdenziali per lo più esposti su titoli di stato italiani e dell’eurozona.
Le famiglie brianzole, inoltre, si caratterizzano per investimenti finanziari pro capite inferiori a quelli riferibili ai dati nazionali.
Si è assiste inoltre a un progressivo calo del peso delle obbligazioni emesse dalle banche e del contestuale aumento della quota riferita ai fondi comuni di investimento. Cresce poi la quota di titoli oggetto di consulenza, raggiungendo il 92% per i fondi comuni e quasi il 97% per i derivati. Nello stesso periodo, è raddoppiato l’ammontare di titoli oggetto di gestione patrimoniale su base individuale, nella maggior parte dei casi fornito da Sgr.
Con riferimento alle gestioni collettive, i fondi comuni aperti di diritto italiano sono principalmente di tipo obbligazionario o flessibile e investono mediamente più del 75% in asset italiani, mentre le masse gestite da fondi monetari si sono quasi azzerate negli ultimi 10 anni. La composizione del patrimonio vede una netta prevalenza delle obbligazioni pubbliche e private (58%), a fronte del 18% e del 26% riferibili, rispettivamente, ad azioni e quote di fondi comuni.
Nel corso degli ultimi mesi la partecipazione ai mercati finanziari da parte delle famiglie italiane è aumentata rispetto all’anno precedente passando dal 30% al 32%. Dopo i certificati di deposito e i buoni postali, i fondi comuni d’investimento e i titoli di Stato risultano le attività più diffuse.
*Responsabile commerciale settore banking