Bar in località turistica? Attento al cliente
7 Agosto 2019
Giuseppe Arditi – Nel mese di agosto accadono cose davvero strane: il traffico della clientela si sposta verso le località turistiche, che fanno del loro meglio per accontentare tutti.
La serietà è massima, in media, da parte di tutti i player, ma ogni tanto la cronaca ci racconta di fatti che gettano discredito su tutta la categoria. Un esempio? 20 euro per due caffè seduti in un bar di fronte al mare in un paesino della Liguria. Oppure evidenti truffe che triplicano il prezzo dell’acqua in bottiglia nei giorni in cui la canicola è più forte.
Dobbiamo essere molto seri: sia che si operi in città, in un paese di campagna, a Cortina o Bormio, il rispetto dovuto al cliente – turista, residente, italiano, straniero – deve essere massimo.
Ma c’è di più.
Chi accoglie nel proprio locale non il cliente abituale, ma quello random, deve fare ancor maggiore attenzione.
Le persone non devono pagare cifre spropositate per il fatto che consumano il caffè al bar di fronte al Monte Bianco. Forse un po’ di più, ma non dieci volte tanto. Perché la natura e le sue bellezze non sono state costruite dall’imprenditore del bar. C’erano già e sono a disposizione di tutti.
Se un operatore dell’Horeca, per il fatto di avere un bar sul lungolago di Como, si permette di:
-tenere il menù non aggiornato, sporco e pieno di ditate
-il banco dei gelati non guarnito
-il bagno non perfettamente pulito…
-con la logica per la quale “tanto sono pieno di clienti comunque”…
non ha proprio capito nulla.
Il “cliente che entra comunque” è dotato di occhi e orecchie… e di dita per scrivere pessime recensioni, per cui occorrono:
attenzione, impegno, dedizione, serietà.
Solo in questo modo ci si può ritenere imprenditori di successo e aiutare tutta la categoria a crescere.
Ti invito a seguire sempre le mie pillole di confronto, sia sul mio blog www.giuseppearditi.comche sul nostro Canale YouTube.
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